Prezzi dell'elettricità in Alto Adige: come la politica fallisce

Robin: la Provincia dovrebbe obbligare i venditori di elettricità a rifornire al loro costo medio le famiglie e le imprese, come avviene in Svizzera

I politici stanno cercando febbrilmente di combattere le conseguenze di questo sviluppo caotico sui mercati energetici in generale e, in particolare su quello dell'elettricità. Le cause sistemiche dovrebbero essere eliminate, ma a quanto pare nessuno nel nostro Paese ne è responsabile. È necessario cambiare sistema, perché il fallimento totale del mercato dell'elettricità è evidente.

Prezzi elevati dell'elettricità nonostante la produzione di energia idroelettrica a basso costo
Su quasi mille venditori di energia elettrica in Italia, solo pochissimi di loro sono più economici del mercato di maggior tutela, tutti gli altri sono, invece, più cari. Il fallimento non riguarda solo l'andamento dei prezzi, ma anche le prestazioni dei venditori privati di energia elettrica sono disastrose. Quindi non si può certo parlare di un mercato dell'elettricità al dettaglio funzionante, per milioni e milioni di consumatori in Europa, il mercato elettrico privatizzato è diventato una trappola e ci si chiede chi risarcirà i clienti dell'elettricità per le informazioni fuorvianti e nebulose e per le tariffe troppo care. Per non parlare, poi, del tempo perso nella ricerca di un fornitore e di una tariffa, nel cercare di capire una bolletta dell'elettricità, nel reclamo per una bolletta troppo cara e nelle relative seccature. In queste condizioni, la gestione pubblica dell'elettricità sarebbe più efficiente.

Sebbene la quasi totalità dell'elettricità in Alto Adige provenga da centrali idroelettriche, i clienti altoatesini pagano da decenni, e ancora di più oggi, tra i prezzi dell'elettricità più alti d'Europa. Infatti, i prezzi dell'elettricità per i clienti domestici in Italia, a cui i prezzi dell'Alto Adige fanno e devono far riferimento (?), sono tra il secondo e il quinto posto nella classifica europea di confronto. In questo modo i produttori di elettricità a basso costo (cioè quella prodotta dall'energia idroelettrica) incassano enormi profitti a spese di coloro che acquistano l'elettricità. Nel mercato tutelato, gli altoatesini pagano 53,11 centesimi/kWh dall'inizio dell'anno. In Germania, il freno ai prezzi dell'elettricità prevede un tetto massimo di 40 centesimi/kWh a partire da marzo 2023, con effetto retroattivo dall'1-01-2023 fino ad aprile 2024. A Innsbruck (IKB), l'elettricità costa attualmente 24,27 centesimi/kWh, in Svizzera i clienti domestici pagano in media 27 cent/kWh. I salari e le pensioni non hanno questo rapporto nei paesi citati, perché allora non avremmo un problema.

La liberalizzazione e la privatizzazione hanno creato una trappola

La fornitura di energia elettrica, come sappiamo ancora meglio ora, fa parte dei servizi di interesse generale, come l'approvvigionamento idrico, i trasporti pubblici, le telecomunicazioni, le scuole, la sanità, ecc. e quindi è un bene comune. Questi servono a garantire il sostentamento delle persone e la loro partecipazione alla vita sociale. In effetti, i trattati dell'UE prevedono eccezioni alle regole della concorrenza se queste non garantiscono la sicurezza dell'approvvigionamento a prezzi accessibili. Pertanto, la legislazione europea sull'elettricità dovrebbe essere applicata anche in questa direzione. Ciò può essere giustificato con l'articolo 5, paragrafo 4 della Direttiva UE sul mercato interno dell'elettricità (condizioni per i prezzi statali dell'elettricità): con i prezzi dell'elettricità aumentati di molte volte, c'è una generale "povertà energetica" in relazione ai bisogni di base di famiglie e imprese e questo lo testimoniano anche le oltre 30.000 bollette elettriche non pagate della società elettrica della Provincia (Alperia).

Quindi, il problema sta nella stessa liberalizzazione dei servizi di interesse generale ed è proprio da lì che dobbiamo partire. Nel caso dell'energia elettrica, ciò significa che la popolazione altoatesina deve poter trarre il massimo beneficio (in termini di costi) dagli investimenti effettuati nell'energia idroelettrica.

La responsabilità di tutto ciò è di Bolzano, il fallimento politico è enorme, ma tutti fanno finta di essere „impotenti“.Inoltre, perché un Paese dovrebbe fare enormi investimenti per produrre elettricità al 100% rinnovabile e allo stesso tempo più economica, se poi la vende in borsa dell'elettricità e i prezzi gonfiati gravano poi sulla popolazione?

Uscire dal sistema

Walther Andreaus, direttore dell'associazione per la tutela dei consumatori Robin, afferma: "Il nostro sistema elettrico è intrappolato in una rete di vincoli (UE) ed è giunto il momento di uscirne. Dobbiamo iniziare a cambiare dal punto più debole e insensato, cioè la tariffazione dell'elettricità. La Provincia ne ha la competenza, grazie alla lungimiranza dei fondatori dell'autonomia, e dovrebbe, dunque, obbligare i venditori di elettricità a rifornire le famiglie e le imprese al loro costo medio, in modo simile alla Svizzera."


I beni e i servizi pubblici, come l'elettricità, non dovrebbero essere merci, perché sono beni comuni a cui tutti hanno diritto e che devono essere ugualmente accessibili a tutti. Limitare l'accesso a questi strumenti emargina le persone, le esclude, non tiene conto dei loro bisogni primari e, quindi, viola i loro diritti fondamentali. La privatizzazione dei beni comuni porta allo smantellamento del processo democratico e dell'autogoverno locale. Come associazione di consumatori Robin rifiutiamo, quindi, la privatizzazione dei servizi pubblici di interesse generale.

 

19. Gen 2023