Concessioni dell'elettricità: un passo indietro nell'era del monopolio elettrico

Con una lettera aperta Robin chiede al Consiglio provinciale un impegno attivo per la distribuzione alle famiglie delle quote di energia elettrica gratuite e si oppone alla svendita dell'elettricità altoatesina alle società elettriche

Il Consiglio provinciale si trova di fronte a un'ardua impresa, ma parte con il piede sbagliato. Invece di elaborare prima un piano per l'autonomia elettrica e passare poi alla sua realizzazione, con l'assegnazione delle concessioni fino a 50 anni per grandi centrali elettriche, si chiude fin da subito ogni prospettiva futura di autonomia per la maggior parte della produzione elettrica dell'Alto Adige. Se il Consiglio provinciale approverà il disegno di legge della Giunta provinciale, la strada verso l'autonomia elettrica sarà bloccata per molte future generazioni a causa delle regole a tutela della concorrenza e degli investimenti.
L'associazione per la tutela dei consumatori Robin è profondamente preoccupata per la logica perversa di questo disegno di legge. Come documentato negli ultimi mesi dalle esorbitanti bollette elettriche, il disegno di legge provinciale potrebbe avere un effetto devastante su famiglie e imprese, nonostante ci siano risorse disponibili di energia idroelettrica. Desideriamo, dunque, esprimere le nostre preoccupazioni e chiedere al Consiglio provinciale di sostenere la distribuzione delle quote previste e aggiuntive di energia elettrica gratuita alle famiglie nella loro prima casa in occasione delle gare per le concessioni. Ciò sarebbe possibile senza ulteriori indugi e in modo non burocratico, attraverso i distributori di energia elettrica, anche senza che queste quote di elettricità gratuita compaiano sulla bolletta dell'elettricità.
Ironia della sorte, il presidente Kompatscher sostiene che i prezzi bassi dell'elettricità premiano chi consuma molto e porterebbero a un aumento delle tasse, che tutti dovrebbero pagare. Dovrebbe anche finire la leggenda metropolitana che l'elettricità di Alperia è già "a buon mercato". Il presidente Kompatscher sembra aver dimenticato che il compito della politica non è di premiare chi consuma molto, ma piuttosto quello di dare a tutti i cittadini pari opportunità. Le quote gratuite di elettricità sono un passo nella giusta direzione per appianare le disuguaglianze nel settore energetico e per garantire che anche le famiglie a basso reddito abbiano accesso a quote di energia a prezzi accessibili. È un peccato che il governatore provinciale presenti questo passo come un problema e cerchi di spaventarci con presunti aumenti delle tasse.

Portare l'elettricità a casa è stato un obiettivo pionieristico per il movimento per l'autonomia in Alto Adige, fin dall'inizio. Non si trattava solo di passare dalle fonti energetiche fossili a quelle rinnovabili, ma anche di far partecipare attivamente la popolazione alla fornitura di energia elettrica. Il decentramento e la democratizzazione dovevano essere i principi guida per allontanarsi da strutture di tipo monopolistico e passare all'autoapprovvigionamento.
Tuttavia, l'attuale progetto di legge ci fa venire seri dubbi su questa visione e sulla tanto decantata sostenibilità. Invece di creare le condizioni per l'autonomia elettrica e i cicli elettrici locali, la Giunta sembra credere che dovremmo continuare a dipendere dai grandi operatori. Da decenni paghiamo i prezzi dell'elettricità tra i più alti d'Europa, questo è il risultato di questa politica sull'elettricità!


L'idea di distribuire alle famiglie presso la loro prima casa le quote gratuite di elettricità e quote aggiuntive attraverso la concorrenza non è solo innovativa, ma anche equa, sia dal punto di vista economico che sociale. Tuttavia, invece di sostenere questa possibilità, il governo provinciale sembra preferisca rimanere fedele alle vecchie idee.
Chiediamo al Consiglio provinciale di assumersi le proprie responsabilità nei confronti dei consumatori e di schierarsi a favore della concorrenza e della diversificazione nel mercato dell'elettricità. Solo in questo modo possiamo garantire che i consumatori abbiano una vera scelta e non dipendano da un'unica azienda. La nuova legge dovrebbe anche sostenere il passaggio a un approvvigionamento energetico sostenibile e decentralizzato. Se si smantellasse il mercato dell'elettricità, regolato in modo insensato, pochi metri quadrati di pannelli solari - anche qui in Alto Adige - potrebbero coprire il consumo annuale per i consumatori più parsimoniosi, restituendo la produzione in eccesso. Ma il sistema attuale blocca questi sviluppi.


Non dobbiamo più rimanere ancorati al passato e dipendere da strutture di tipo monopolistico. È ora che i cittadini altoatesini ricevano la loro giusta parte della torta dell'elettricità.


Il direttore di Robin, Walther Andreaus, sottolinea che: "Il disegno di legge della Giunta provinciale a questo proposito è l'opposto di ciò che sostiene di essere. L'obiettivo del disegno di legge è quello di garantire la produzione di energia da fonti rinnovabili attraverso un uso equilibrato delle risorse naturali e nell'ottica del benessere economico e sociale delle comunità locali. Nonostante il linguaggio conciliante, non è questa una strategia coerente per una politica altoatesina indipendente sull'elettricità a beneficio dei cittadini, ma nient'altro che vino vecchio in bottiglie nuove. Questo non rende giustizia né alle sfide attuali né a quelle future. È tempo che il Consiglio provinciale prenda decisioni coraggiose e lasci che la popolazione sieda al tavolo dell'approvvigionamento energetico, senza lasciarsi coinvolgere in promesse verbali che nel settore dell'elettricità vengono più spesso disattese che mantenute. Con il disegno di legge presentato, l'"oro bianco" dell'Alto Adige viene svenduto ai colossi elettrici per pochi spiccioli e questo deve essere impedito!“

 

27. Giu 2023