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COMITATO AZIONISTI SUEDTIROL

 

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LETTERA APERTA ALLA MINISTRA DELLA GIUSTIZIA

 

Chiarissima Signora Ministra della Giustizia Prof.ssa Marta Cartabia,

 

sono Walther Andreaus, Presidente del Comitato Azionisti Suedtirol, e con la presente mi permetto di esporle - come cittadino e come responsabile di un organismo che tutela i diritti dei risparmiatori dell’Alto Adige - quanto segue.

Premetto ricordando, che il maxi processo di Palermo, celebrato nel 1986, è iniziato in sede istruttoria con un rapporto delle forze dell’ordine del 1982 su 162 mafiosi, e che il dibattimento si è concluso nel 1987 - dopo soli cinque anni - con 460 imputati, 19 ergastoli e pene detentive per un totale di 2665 anni di reclusione, quasi tutte sostanzialmente confermate in appello e in Cassazione.

Il maxi processo di Catanzaro, che si celebra in questi giorni, vede alla sbarra 400 imputati e le indagini compiute dal Procuratore Gratteri e dai suoi collaboratori sono durate solamente quattro anni.

Fatta questa doverosa premessa voglio, per contro, denunciare un caso in cui il servizio giustizia ha dimostrato la sua assoluta inefficienza, non rispondendo in alcun modo alle aspettative di giustizia di ben 11.000 risparmiatori, in prevalenza dell’Alto Adige.

Ma andiamo ai fatti.

Nel 2015 è stata inoltrata una segnalazione da parte dei ROS di Trento alla Procura della Repubblica di Bolzano su situazioni irregolari che vedevano coinvolta la Cassa di Risparmio di Bolzano. A questa segnalazione ha fatto seguito un’altra denuncia, presentata dall’Avvocato Massimo Cerniglia per conto del Centro Tutela Consumatori Utenti di Bolzano, di cui ero direttore.

La Procura della Repubblica di Bolzano, nel gennaio del 2016, ha incaricato un consulente tecnico - nella persona del Dott. Maurizio Silvi, vice direttore della filiale di Bolzano della Banca d’Italia - di verificare e accertare se, con riguardo alla Cassa di Risparmio di Bolzano e alle società da essa controllate o partecipate, emergevano - in relazione all’arco temporale oggetto degli accertamenti ispettivi della Banca

 

d’Italia (dal 2011 al 2015) - profili di rilevanza penale rispetto a tutte le operazioni che hanno concorso alla determinazione del grave dissesto finanziario, evidenziando dai detti accertamenti ispettivi della Banca d’Italia ogni cosa utile ai fini della giustizia penale.

Il consulente tecnico si è messo subito all’opera e - a seguito di accertamenti e indagini - è arrivato ad individuare gravi irregolarità penalmente rilevanti nell’amministrazione della banca, in particolare per quanto attiene la gestione dell’attività creditizia e le modalità operative del collocamento del 2012.

Nel luglio 2012, dopo soli sei mesi, il consulente ha consegnato l’elaborato peritale.

Già da sole, le indagini e gli accertamenti del consulente (con qualche ulteriore attività investigativa affidata alla polizia giudiziaria) avrebbero potuto consentire alla Procura della Repubblica di Bolzano - nel giro di 6/12 mesi dalla consegna della relazione del Dott. Silvi - di richiedere il rinvio a giudizio di coloro che, invece, si sono visti imputare, solamente dopo tre anni, i gravissimi reati di falso in prospetto, aggiotaggio, ostacolo alle Autorità di vigilanza (Consob e Banca d’Italia) e truffa aggravata a danno di 11.000 risparmiatori.

Ma si consideri, ancora, che alla fine di marzo 2018 la Guardia di Finanza ha consegnato alla Procura un rapporto finale dell’indagine di ben 312 pagine.

Nel 2018 diversi imputati sono stati ascoltati dalla polizia giudiziaria e hanno depositato memorie. Nonostante uno di questi avesse scelto la lingua tedesca, la Procura della Repubblica non ha proceduto alla traduzione degli atti, incorrendo in una possibile nullità processuale.

Dall’inizio del 2018 non è accaduto quasi nulla per circa due anni, o comunque nulla di significativo.

Solamente alla fine del 2019 l’Ufficio del Pubblico Ministero ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti degli imputati.

L’udienza è stata fissata solamente a marzo 2020, nonostante la maggior parte dei

reati si sarebbe prescritta già nel corso del primo semestre del 2020.

A causa dell’emergenza coronavirus, tuttavia, l’udienza è stata rinviata al 6 maggio 2020, ma la stessa non si è tenuta, in quanto l’emergenza coronavirus non si era ancora conclusa. A livello processuale, tuttavia, l’emergenza si sarebbe conclusa il 18 maggio.

Quando tutti i reati si sarebbero già prescritti - fatta eccezione per quelli di ostacolo alle Autorità di vigilanza, che si prescriveranno alla fine del 2022 (mentre la Procura, inspiegabilmente, aveva indicato la data della prescrizione già nel 2020) - il GUP ha fissato l’udienza preliminare al 20 gennaio 2021, e cioè quasi un anno dopo la mancata udienza di marzo 2020.

L’udienza viene nuovamente rinviata al 12 febbraio 2021 per la traduzione di alcuni atti (che si sarebbero dovuti tradurre ben prima) e finalmente, dopo l’ennesimo rinvio, si è celebrata l’udienza preliminare il 3 marzo 2021.

A tale udienza si sono costituiti parti civili otto risparmiatori - assistiti dagli Avvocati Massimo Cerniglia, Mario Scialla, Alessandro Caponi e Sebastian Ochsenreiter - e il GUP ha invitato le parti a discutere sulle questioni della prescrizione dei reati.

Gli Avvocati delle parti civili, in relazione al reato di truffa aggravata, hanno concluso nel senso che lo stesso non si sarebbe prescritto, sulla base di argomentazioni suffragate da dottrina e giurisprudenza, già richiamate in una memoria in precedenza inviata all’ufficio della Procura della Repubblica che, tuttavia, ha abbracciato la tesi dell’avvenuta prescrizione, sostenuta (naturalmente) anche dalle difese degli imputati.

Spero vivamente che Lei, Signora Ministra, voglia accertare se nel caso di specie l’attività dell’Autorità Giudiziaria penale di Bolzano sia stata corretta ed efficiente, come deve essere una funzione dello Stato che è anche un servizio pubblico essenziale per i cittadini.

 

Preciso, per onestà, che tale posizione del pubblico ministero non è certamente sindacabile, in quanto rientra nella sua piena libertà di convincimento.

La conclusione non accettabile è che, dopo più di sei anni dall’informativa del ROS del 2015, i gravissimi reati di truffa aggravata, falso in prospetto e aggiotaggio siano stati dichiarati prescritti senza essere arrivati nemmeno a dibattimento. Per quanto riguarda i reati di ostacolo alle Autorità di vigilanza - che, contrariamente a quanto aveva indicato la Procura, si prescriveranno nel 2022 (dato che la pena edittale massima è di otto anni) - è molto probabile che prima che si celebri il dibattimento intervenga anche per questi la prescrizione, con buona pace della giustizia!

In conclusione, anni e anni di indagini, spreco di energie e risorse pubbliche hanno portato a vedere quattro persone uscire del tutto indenni da un processo ed esenti da ogni sanzione: una beffa per gli 11.000 risparmiatori danneggiati (e non solo).

Nel 1982, quando uccisero a Palermo il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, insieme alla moglie e all’agente di scorta, un cittadino affisse un cartello sul luogo dell’attentato con la frase “qui è morta la speranza dei palermitani onesti”.

Se, a seguito di tali accertamenti, si dovesse acclarare che tutto ciò è stato fatto nel pieno rispetto della legge, credo che lo scrivente e gli 11.000 risparmiatori danneggiati saranno ugualmente appagati, in quanto si sarà fatta comunque doverosa chiarezza e trasparenza sull’episodio esposto.

In ultimo, Signora Ministra, una nota positiva in tutta questa vicenda è costituita dal fatto che, nonostante la prescrizione dei reati, gli 11.000 risparmiatori danneggiati potranno comunque rivalersi in sede civile nei confronti della Cassa di Risparmio di Bolzano per il risarcimento dei danni patiti. Sede, questa del Tribunale Civile di Bolzano, che ha dimostrato negli ultimi anni di saper rispondere in modo efficiente, tempestivo e qualitativamente alto alle richieste di giustizia dei risparmiatori altoatesini.

Con osservanza.

Walther Andreaus

Presidente del Comitato Azionisti Suedtirol