Informazioni e formazione per i consumatori altoatesini

Due anni di petizione e ancora nessun libero accesso al Lago di Caldaro

08. Ott 2025

L’associazione dei consumatori Robin lavora a pieno ritmo al ricorso al TAR e la sua presentazione è ormai imminente

 

A due anni dal lancio della petizione per un accesso libero e rispettoso al Lago di Caldaro, l’associazione dei consumatori Robin traccia un bilancio deludente: oltre 7.300 persone hanno firmato la richiesta, ma le autorità provinciali e comunali continuano a non muoversi. Un bene pubblico rimane, dunque, negato alla popolazione, in contrasto con i principi democratici e con la volontà chiara dei cittadini.

«Da due decenni sentiamo solo scuse», dichiara Walther Andreaus, direttore di Robin. «Il Lago di Caldaro appartiene a tutti, ma continua a essere chiuso per la maggior parte delle persone. Le istituzioni giocano a rimandare invece di agire.»

Ostilità invece di dialogo: il Comune ostacola il confronto pubblico

Recentemente si è dimostrato, ancora una volta, che un confronto aperto sul tema dell’accesso al lago non è gradito. In occasione di una serata informativa promossa da cittadini impegnati, il Comune di Caldaro avrebbe nuovamente ostacolato l’utilizzo di spazi pubblici per l’evento. «È la prova che manca la volontà di trasparenza e partecipazione», commenta Andreaus. «Chi evita il dibattito, evidentemente teme gli argomenti.»

La politica resta ferma, anche se le soluzioni esistono già

Il Lago di Caldaro è proprietà pubblica, ma l’accesso rimane limitato. Dopo il passaggio dell’ex area militare alla Provincia autonoma di Bolzano nel 2023, si era aperta l’opportunità di creare finalmente un accesso sostenibile e dignitoso, senza grandi interventi né costi.

Un pontile già esistente, servizi igienici di base e una manutenzione regolare dell’area sarebbero sufficienti per rendere il lago accessibile a tutti. Esempi positivi come Favogna, Laghetto di Fiè o casi simili in Trentino dimostrano che tutela ambientale e accesso pubblico possono convivere.

Ricorso in preparazione: il diritto all’accesso sarà fatto valere in tribunale

Poiché né la Provincia né il Comune si assumono la propria responsabilità, l’associazione Robin sta ultimando la preparazione di un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). «Stiamo lavorando intensamente e la documentazione è quasi pronta», conferma Andreaus. «Se la politica continuerà a bloccare, faremo valere in tribunale il diritto all’accesso. I beni pubblici devono servire al bene comune, non a interessi privati o economici.»

Due anni di impegno, 7.300 firme e la battaglia continua

La petizione, che ha già raccolto oltre 7.300 firme, rimane attiva. È il simbolo della crescente frustrazione dei cittadini di fronte all’immobilismo delle istituzioni.
«Due anni sono abbastanza», conclude l’associazione. «Continueremo a impegnarci finché il Lago di Caldaro non sarà finalmente aperto a tutti, liberamente,
in modo sostenibile e con dignità.»

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👉 www.robinreport.it